Viaggio alla scoperta dei luoghi legati alla vita di Cesare Mattei
06 - [1804/02/03] - Villa San Marco, Paese Vigorso, Comune di Budrio, Provincia di Bologna, Italy
Villa San Marco
L'edificio assunse dimensioni più vaste nel Settecento, al quale secolo è ascrivibile l'elegante lunga facciata e molti dettagli delle decorazioni degli ambienti.
Nel 1804 Andrea Mattei (nonno di Cesare Mattei) acquistò la villa assieme a numerosi altri poderi. Questa divenne la residenza estiva della famiglia. Fu qui che Cesare Mattei si ritirava nelle calde estati, ma anche durante l'anno saltuariamente per rifugiarsi dal "chaos cittadino". Questa casa è molto importante dal punto di vista storico perchè proprio qui Cesare Mattei iniziò la sua attività segreta e preferita: lo studio della medicina e dei preparati che diedero vita alla sua nuova scienza chiamata Elettromeopatia. Durante questo periodo venne scavato un laghetto nella zona sud est della proprietà. Con la terra di riporto vennero fatte delle collinette per rendere più gradevole il paesaggio, vennero inoltre creati sentieri per passeggiare, giardini all'Italiana ed una passerella in legno ad un lato del lago. Testimonianze dirette riferiscono che Mattei intendeva fare anche un ospedale per donne disagiate in una parte della villa, sicuramente dopo la sofferenza avuta per la madre.
Ad inizio novecento la villa venne venduta al Conte Dino Grandi (1895-1988, politico e diplomatico italiano; fu ministro degli esteri, ministro di grazia e giustizia e ambasciatore a Londra del Regno d'Italia, occupò posizioni di vertice nel movimento fascista). Nel 1943, alla caduta del regime fascista, Grandi si ritirò in Spagna, paese neutrale, poi in Portogallo fino al 1948, per poi andare in sud america e rientrare a Bologna solo negli anni 60. Durante la sua assenza dall'Italia incaricò un notaio di alienare i suoi beni, compresa la villa. Tra i vari interessati il notaio scelse Augusto Martelli (patente n.60, autista a un Generale dell'esercito, il cui nipote, ironia della sorte, era Giulio Veronesi della gioielleria di Bologna, assieme al quale passavano serate in villa in quanto amici di Grandi) perchè aveva accettato di dare dare al notaio come mediazione un enorme platano di 700 anni (dal diametro di oltre 3 metri) che era nel podere della villa.
Nel 1949 la villa venne così venduta ad Augusto Martelli. L'albero venne abbattuto nel 1950, tra le proteste popolari, per andare all'esposizione universale di Milano. Per abbatterlo ci lavorò una squadra di 20 persone per quasi un mese. All'abbattimento, seguito dalla popolazione come un evento memorabile, seguì un enorme boato e vibrazioni che vennero percepite fino a Budrio. La voragine lasciata dalle radici strappate si racconta fosse grande come un macero. Il notaio realizzò una cifra da capogiro con quell'albero, circa un milione di lire. Negli anni 50 era ancora presente il lago con la passerella di legno e le colline, ma sul finire del decennio vennero spianate le colline e riempito il lago, per ricavare terreno agricolo.
Alla fine degli anni 60 altri membri della famiglia Martelli costruirono una casa di fianco alla villa. Tutta la famiglia ha usato le cantine della villa (per la produzione di conserva) e la ghiacciaia fino alla fine degli anni 70.
Nel 1972 la villa venne venduta al Prof. Puddu, medico chirurgo del S.Orsola, che fece qualche lavoro di restauro ed aggiunse il riscaldamento (suscitando le proteste dei Martelli per via dei tubi fatti passare nelle cantine).
Nel 2007 la villa venne venduta alla famiglia Veronesi. Quest' ultima, amica della famiglia Fadda di Milano (eredi Venturoli-Mattei), ha restaurato magistralmente alcune zone che richiedevano intervento e ne detiene tutt'oggi la proprietà. La villa è tutt'oggi quindi una proprietà privata.
Nel cancello in ferro battuto prospicente la villa troviamo le iniziali L.M. 1818, che si riferiscono a Luigi Mattei (padre di Cesare).
Sopra all'ingresso principale campeggia maestoso ed ancora bellissimo lo stemma araldico della casata Mattei in tre dimensioni con sopra la corona nobiliare con 9 palle (massimo grado di nobilità). L'ingresso apre sulla un meraviglioso salone interno che denota la pianta a croce che caratterizza la costruzione.
Oltre alla magnificenza della struttura ed alle molteplici e spazione stanze affrescate ed arredate finemente vi sono:
- la stanza ove dormì Rossini che riporta una lastra incisa: "QUI' PERNOTTO' ROSSINI 30 SETTEMBRE 1839";
- la stanza ove soggiornò Paolo costa che riporta una lastra incisa: "QUESTA FU STANZA A PAOLO COSTA NELLA ESTATE MDCCCXXXIIII" (1834, l'ultimo "I" sembra stato essere aggiunto in seguito come correzione);
- una meravigliosa ghiacciaia interrata;
- villino prospicente che apparteneva alla villa;
- appartamenti per la servitù con grandi camini;
- la stanza ove soggiornò Paolo costa che riporta una lastra incisa: "QUESTA FU STANZA A PAOLO COSTA NELLA ESTATE MDCCCXXXIIII" (1834, l'ultimo "I" sembra stato essere aggiunto in seguito come correzione);
- una meravigliosa ghiacciaia interrata;
- villino prospicente che apparteneva alla villa;
- appartamenti per la servitù con grandi camini;
- alcune zone della villa che sono rimaste ancora allo stato originale, non restaurate.
Un grande parco alberato circonda la villa. Una volta questo parco era molto più ampio e spaziava soprattutto verso sud, dove nell'ottocento era la portineria di stile neogotico/moresco. L'ingresso dalla strada era attraverso 2 leoni in arenaria ormai molto deteriorari dal tempo.